E’ stata sicuramente una delle storie di sport più belle che ci ha raccontato il week-end appena passato. Protagonista, un Greco. Di (cog)nome ma non di fatto, visto che si sta parlando di Daniele Greco.
Sabato scorso il 24enne nativo di Nardò, in Puglia, ha conquistato l’oro nel salto triplo ai Campionati Europei Indoor di Goteborg, in Svezia.
Un risultato eccellente, straordinario, se contiamo che si tratta di un “salto d’oro” lungo 17 metri e 70 cm. Un balzo che al momento rappresenta la miglior misura mondiale del 2013, e si piazza al contempo 23 centimetri oltre il record personale di Greco.
Un esempio che esalta le valenze positive dello sport e l’importanza della determinazione nel voler ottenere traguardi prestigiosi attraverso il sacrificio e il costante allenamento.
Sofferenza fisica, quindi. Ma anche una sofferenza personale che ha costretto Daniele Greco a crescere in fretta. La vicenda del campione sportivo si è intrecciata infatti con la perdita del fratello, alla base del forte sentimento religioso del triplista.
Ma ora i dolori della vita saranno attenuati dal ricordo di quella medaglia mostrata con orgoglio alle telecamere, di quella scritta “Jesus lives in me” comparsa sulla maglietta di Greco e di quel salto entrato ormai nella storia.
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