March Madness, Bracketology, Big Dance, Selection Sunday. Tutte queste espressioni a chi non è un patito di pallacanestro americana possono dire nulla o quasi.
Ma se da quando è diventato presidente, Barack Obama lo abbiamo visto ogni mese di marzo interessarsi delle Final Four della Ncaa (National Collegiate Athletic Association), fase finale del campionato di basket dei college statunitensi, un motivo ci deve pur essere.
Il presidente degli Stati Uniti in questo caso non fa altro che incarnare la passione per lo spaccato di cultura sportiva che in questo periodo invade letteralmente i palazzetti e le televisioni “a stelle e strisce” mandando in visibilio un pò tutti gli sportivi americani (e non solo).
Queste Final Four rappresentano con il SuperBowl della NFL e le Major League di baseball l’evento sportivo più seguito negli States. Attirano più attenzione mediatica delle Nba Finals, per intendersi.
Perchè? E qui, va ancora una volta esaltata la valenza positiva dello sport e il tremendo impatto sociale di questa parte pulsante della nostra vita. Come non entusiasmarsi e trarre energia positiva dalla grinta e dalla tradizione che viene riversata a pacchi da eventi del genere?
Prendere esempio dalla determinazione di ragazzi fra i 18 e i 21 anni che si sfidano fino alla fine davanti a decine di migliaia di spettatori dal vivo (ma molti di più se consideriamo i telespettori del mondo) deve diventare benzina motivazionale per i nostri allenamenti.
Il livello di agonismo (magari non quello tecnico) di queste partite è altissimo, come alta dovrebbe essere la nostra voglia di attività fisica quotidiana.
Nel week-end che va dal 6 all’8 aprile consigliamo quindi agli sportivi che ci seguono di buttare un occhio su quello che accade al Georgia Dome di Atlanta, dove le 4 formazioni rimaste dopo tre settimane di torneo (si parte domani con le sfide per occupare l’ultimo dei 64 posti disponibili) spenderanno le residue energie per alzare il trofeo nazionale.
Intanto impazzano anche da noi i pronostici e la compilazione del bracket, il tabellone del torneo. E quì torna in gioco Barack Obama, che ogni anno si fa riprendere dalle televisioni nazionali mentre compila in diretta il suo bracket. Come se Giorgio Napolitano dicesse la sua davanti alle telecamere del Tg1 su chi vince le finali del campionato Primavera di calcio. Beh, l’America è proprio un altro mondo!
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