08 Lug

Murray e la grinta del campione

      Paolo Ruggeri

wimbledon

Battere il miglior interprete della disciplina sportiva che si sceglie di seguire e praticare come principale attività della propria vita è qualcosa che deve riempire di orgoglio.

Una sfida vinta e pronta ad essere conservata dalla storia come una delle avventure più belle da vivere. Una delle favole più affascinanti di cui essere protagoinista.

E compiere l’impresa in quello che è considerato il tempio del tennis mondiale, centrando il successo 77 anni dopo l’ultima finale vinta da un britannico aggiunge quel sapore unico al trionfo.

E’ capitato ieri ad Andy Murray, vincitore della finale del torneo di Wimbledon, giocata contro il serbo Novak Djokovic (n. 1 al mondo) e portata a casa con un secco 3-0 (6-4, 7-5, 6-4) in poco più di tre ore.

Una storia che ha dell’incredibile, in un’edizione del torneo del grande slam caratterizzato dalle sorprese fin dai primi giorni (precoce eliminazione dei favoriti Roger Federer e Rafa Nadal).

Lo scozzese può quindi aggiungere all’oro olimpico di un anno fa, conquistato sempre sul campo centrale dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club, un altro bel risultato in carriera.

Altra nota di merito legata all’ultima edizione di Wibledon è la vittoria nella categoria juniores di un italiano. Gianluigi Quinzi ha infatti battuto in finale il coreano Cheung (7-5, 7-6), riportanto il titolo nel nostro Paese. L’ultimo a riuscirci è stato Diego Nargiso nel 1987.

Un week-end che ha visto il tennis in primo piano. Ma che può riverberare benissimo anche nella nostra attività fisica. E’ da questo tipo di imprese sportive infatti che dobbiamo trarre il miglior insegnamento possibile per motivare sempre di più i nostri allenamenti.

 

 

Categorie: Allenamento, Motivation, News, Sport




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