Yoga e gestione della respirazione

Prendiamo spunto da una ricerca denominata “Yoga My Heart”. Si tratta di uno studio condotto negli Stati Uniti, e più precisamente alla University of Kansas Hospital. Un approfondimento che ci permetterà di parlare nuovamente di yoga.

E in particolare della respirazione, attività fondamentale della nostra vita che nell’ambito degli esercizi che caratterizzano questa disciplina assume un significato altrettanto rilevante. Un aspetto che non è possibile mettere in secondo piano.

Il battito regolare permette al cuore di agire al pieno delle sue possibilità, e mette nuovamente in evidenza il suo legame imprescindibile col cervello. Un legame che nelle discipline orientali è sempre rilevante.

Ma torniamo alla ricerca di cui parlavamo qualche parola fa. Sono stati presi in esame circa cinquanta pazienti. Persone selezionate e sofferenti per patologie legate alla fibrillazione atriale, la più comune fra le aritmie cardiache (nei soli Stati Uniti circa 2,2 milioni di persone ne sono colpiti).

Seguite per 6 mesi, le “cavie” hanno svolto un’attività a loro scelta, per poi praticare sessioni di yoga con una certa costanza. I dati rilevati tramite cardiofrequenzimetro hanno così permesso ai ricercatori di arrivare a conclusioni interessanti.

Dedicarsi alla pratica di questa disciplina orientale ha diminuito gli episodi di aritmia, riducendoli della metà rispetto al periodo precedente, mentre gli episodi di fibrillazione sono del tutto scomparsi nella maggior parte dei casi.

Gestire la respirazione, regolando di conseguenza il battito del cuore e il rilascio di adrenalina ha quindi permesso di affrontare con maggiore efficacia la tachicardia.

Il rallentamento volontario di questa azione ci apre infatti a una differente comunicazione con il cervello. Differente perchè in maniera diversa si distribuiscono ossigeno e anidride carbonica nel sangue.

Intervenire sui sensori che ci permettono di entrare in contatto con il nostro cervello, ci fa allenare la “centrale operativa” del nostro organismo. Un rallentamento del battito e una vasocostrizione aiuta infine a regolare lo stress.